DISEGNARE MIGLIORA L’ATTENZIONE

DISEGNARE MIGLIORA L’ATTENZIONE

E’ vero che disegnare migliora l’attenzione?

Sì è vero, come tutte le pratiche in cui entra in gioco la concentrazione. Ma quel che forse è ancora più interessante è che disegnare insegna lavorare sul particolare pur mantenendo una costante attenzione all’insieme della riproduzione.

Nella sequenza che propongo di seguito: “Still life con vaso e drappo”, tengo a far notare la visione d’insieme con cui porto avanti il disegno nei vari passaggi.

Avere bene e a mente che il vero soggetto del disegno non è il vaso e nemmeno il drappo ma l’insieme della composizione, aiuta a tenere ogni parte sempre allo stesso livello.

 

IMPARARE A OSSERVARE

Molto utile ricordare sempre che il nuovo oggetto che entra al mondo è il disegno nel suo insieme. Non è un vaso, non è un drappo, è solo un’immagine di tutto ciò e come tale va trattata. Il nostro approccio a quest’immagine sarà di pura osservazione. Quando disegniamo è infatti molto importante non nominare gli oggetti che andiamo a riprodurre perché il nostro cervello, per ovvi motivi, sintetizza la realtà.

Nominando gli oggetti tendiamo a disegnare gli stereotipi che abbiamo in mente e non osserviamo effettivamente il nostro soggetto. Il nostro disegno risulterà insoddisfacente perché è una sintesi verbale e non la riproduzione di quel che effettivamente è.

Disegnare quello che sappiamo non basta. Il disegno chiede di più, chiede di imparare a osservare.

LE FIGURE EMERGONO PER CONTRASTO

Importante non scordare lo sfondo che molto spesso ha un ruolo determinante nel far emergere le forme per contrasto. Volendo ad esempio mettere in risalto le parti chiare e maggiormente illuminate della nostra riproduzione, un’ottimo accorgimento è quello di scurire la parte retrostante. (Fig. 1 e 2)

Allo stesso modo tenere lo sfondo più chiaro aiuta a far emergere le parti scure e in ombra delle forme.

Con questo semplice stratagemma è possibile evitare di fare antiestetici segni di confine tra gli oggetti con evidenti tratti della matita.

 

SPIEGAZIONE PER L’ESECUZIONE DEL DRAPPEGGIO

– Osserviamo con attenzione da dove arriva la luce. Anche il drappeggio, come tutti gli oggetti, ha una parte in luce e una in ombra. (Fig 1)

– Dovessimo trovarci a disegnare una parte totalmente oscurata da un’ombra piuttosto estesa, meglio scurire quella stessa parte con la polvere di carboncino prima di cominciare. Anche questo passaggio fa parte di un’indagine preliminare, sempre raccomandata.

– Osserviamo con attenzione le gradazioni tonali dell’ombra che saranno più scure, nei pertugi e nelle parti più profonde dell’”onda” creata dal tessuto. Lo scuro crea l’illusione di profondità. (Fig. 2)

– La parte esterna del tessuto, la “cresta dell’onda”, corrisponde alla parte maggiormente illuminata.

– Cominciamo a lavorare da un punto centrale allargandoci gradualmente attorno a esso per costruire il primo abbozzo.

– Man mano che costruiamo il soggetto lavorando sulle ombre, torniamo a marcare leggermente con un secondo passaggio le parti che ci appaiono più scure.

– La gradazione tonale è morbida e quindi va sfumata con discreta pazienza. A un certo punto del lavoro ci si può anche aiutare con lo sfumino per ammorbidire le gradazioni dei passaggi tonali.

– Usiamo la gomma per alleggerire dai segni della matita le parti più chiare dei mezzitoni e lumeggiare le parti maggiormente in luce. (Fig. 4)

Materiale utilizzato: Foglio ruvido; matite HB,2B,4B,8B; gomma e gomma pane.

UN VIDEO CON LA SPIEGAZIONE PASSO PER PASSO

PRATICARE LA PRESENZA

Disegnare è sicuramente un esercizio di presenza, come la meditazione.

Perché?

1- Impariamo ad osservare noi stessi cercando di stare attenti a non nominare gli oggetti ed evitare, in questo modo, di riprodurre sterili stereotipi. Una volta che impariamo ad accorgerci dei nostri automatismi, diventa più facile applicare questa osservazione nella vita di tutti i giorni.

Gli automatismi ci rendono anonime fotocopie e questo va a scapito della nostra unicità.

2- Il disegno richiede attenzione ai particolari perché son proprio questi che ne determinano la riuscita estetica. Imparare ad osservare i soggetti da riprodurre insegna a osservare di più anche la realtà che ci circonda che non è fatta di luoghi comuni ma di ricchezza infinita.

3- L’osservazione obbliga a usare la parte destra del nostro cervello che solitamente è appannaggio delle persone creative. Per gli ovvi motivi di sintesi a cui mio riferivo sopra, tendiamo ad usare molto di più la parte sinistra, quella logica per capirci, a scapito della destra maggiormente creativa.