DISEGNO: LA SANGUIGNA

LA SANGUIGNA

Il materiale che esaminiamo in questo articolo è la sanguigna, uno strumento di disegno tra i più antichi e ampiamente diffuso durante Rinascimento.

La sanguigna è così chiamata per il suo colore rosso. Questa caratteristica colorazione deriva dal pigmento che la compone, un minerale ferroso, addensato al legante che ne definisce la consistenza. La matita sanguigna infatti può trovarsi sia secca che grassa.

Come il carboncino anche la sanguigna si trova in commercio sotto forma di matita e stick. Entrambi, carboncino e sanguigna, presentano le stesse caratteristiche pertanto si usano allo stesso modo.

 

Come accennato sopra, la matita sanguigna può essere sia secca, ossia costituita da polvere di pigmento pressata, sia grassa la cui consistenza si ottiene con l’aggiunta di un ulteriore legante che tende ad avvicinare questo strumento alle cere.

La MATITA SANGUIGNA SECCA è a tutti chi effetti un pastello gessoso che lascia sulla carta una traccia volatile e facile da sfumare. Il suo segno è molto intenso ed è perfetto per realizzare schizzi, ombreggiature e sfumature. Essendo un materiale polveroso, come il carboncino, richiede l’utilizzo del fissativo al termine dell’opera.

La MATITA SANGUIGNA GRASSA è molto più compatta e permette di tracciare segni più netti e precisi. Questo tipo di matita è però impossibile da sfumare sia con le dita sia con i classici strumenti da disegno quali sfumini, fazzoletti di carta ecc. Per essere sfumata necessita di un diluente, quello per colori a olio, e un pennello. L’effetto è molto accattivante ma bisogna tener conto che questa stesura è possibile su tela o carta preparata a gesso per evitare orribili aloni lasciati sul foglio dall’assorbimento del diluente oleoso.

 

IL DISEGNO DI COPERTINA

Qui sotto una breve sequenza in cui ho realizzato tratteggiando velocemente, due brocche con la matita sanguigna secca.

Una volta essermi assicurata delle proporzioni verificate con cura (passo 1), ho accentuato le zone in ombra scegliendo di mantenere il tratteggio per il vaso in primo piano e sfumare quello in secondo piano (passo 2). Lo stratagemma mi è servito proprio per differenziare i due piani, pur ravvicinati.

Quindi per creare lo sfondo ho spezzato uno stick di sanguigna usandolo di piatto, in lunghezza, per ottenere una stesura omogenea. Con lo stesso pezzetto ho anche rinforzato le zone più scure del soggetto, quelle in ombra. Ho agito imprimendo maggior pressione sul primo piano per staccarlo dallo sfondo, e usando lo stick sia di piatto che di punta a seconda delle necessità. Usando un solo colore ho agito quindi sulla tonalità, in questo caso più scura, per differenziare le forme. Sempre in questa ultima fase ho accentuato anche le ombre proiettate dagli oggetti sul piano d’appoggio (passo 3).

 

 

COSA SERVE PER DISEGNARE CON LA SANGUIGNA?

Come già più volte suggerito, sanguigna e carboncino sono strumenti dalla consistenza simile e quindi i materiali con cui lavorare sono gli stessi.

Per quanto riguarda il supporto è meglio usare una carta non troppo ruvida, comunque in grado di trattenere la polvere della sanguigna.

Molto interessante disegnare anche su carte colorate (Fig. 1) per avere sfondi diversi e ottenere preziosi effetti dal sapore rinascimentale.

Per avere una punta perfetta oltre al temperino che non sempre è sufficiente, è bene tenere a portata di mano anche una taglierina e un blocchetto di carta vetrata per creare delle punte più lunghe e rifinite.

La polvere che se ne ricava può anche essere tenuta da parte per stenderla, all’occorrenza, su foglio bianco – allo stesso modo già spiegato in questo articolo – e lavorare poi in negativo lumeggiando con le gomme. Oppure può essere usata per sfumare in maniera più morbida il nostro disegno anche con l’aiuto di un pennellino se necessario, per creare effetti davvero soft.

Volendo fare sul serio sono utili diversi tipi di gomme (Fig. 1): la classica gomma da ufficio; le gomme a matita per i dettagli; l’indispensabile gomma pane che cancellando tiene in sé il pigmento escludendo il rischio di macchiare il foglio.

Inoltre la gomma pane può essere usata per sfumare leggermente e per pulire le parti in luce.

Gli sfumini non sono indispensabili, le sfumature si possono fare anche usando i polpastrelli puliti, salviette, cotone, pennelli, stoffe/stracci …

Ma per sfumare dettagliatamente e per chi ha voglia di sperimentare ed esplorare seriamente questi meravigliosi materiali, consiglio comunque di procurarseli (Fig. 1). Il costo è irrisorio e durano nel tempo.

Nel disegno la sanguigna può essere affiancata dal carboncino o da tonalità seppia, per integrare le zone più scure e da pastello bianco o altra tonalità molto chiara per lumeggiare la zone in piena luce. Ne parlerò nel prossimo articolo.

 

COME SI DISEGNA CON LA SANGUIGNA?

Come per le matite e il carboncino, anche il segno lasciato dalla sanguigna varia in base alla pressione esercitata sul foglio e in base all’inclinazione con cui la si tiene.

Può essere quindi utilizzata come una comune matita, impiegando il tratteggio per simulare le parti in ombra del soggetto e lasciando pulita la superficie per quelle in luce.  Oppure può essere utilizzata la tecnica della sfumatura in cui, servendosi di uno straccio e altri strumenti sopra menzionati, i segni polverosi lasciati sul foglio vengono resi più omogenei. Importante essere consapevoli che questa procedura abbassa il tono dell’intera superficie e quindi bisogna poi riprendere il lavoro con altri starti di colore badando sempre a mantenere chiare le parti in luce.

Pur con tutte le cautele è comunque normale che un leggerissimo strato di polvere si depositi sulle parti lasciate volutamente chiare. A quel punto è possibile asportarne l’eccesso sui punti di massima luce con l’uso della gomma pane.

Le due tecniche non si escludono, anzi tratteggio e sfumatura vengono spesso usate in combinazione.

Con lo stesso strumento si possono dunque ottenere righe sottili ma anche decise, oltre a leggere velature di diverse gradazioni sia usando la tecnica del tratteggio sia quella della sfumatura. Inoltre con lo stick, usato nella sua lunghezza, si possono coprire larghe campiture in modo omogeneo (Fig. 2)

 

ACQUERELLATURA

Per ottenere dei toni più morbidi, è possibile utilizzare un pennello bagnato come già visto per il carboncino in questo articolo. Prima di compiere questa operazione è fondamentale fare delle prove per capire quanta acqua utilizzare. Un pennello eccessivamente bagnato potrebbe rovinare in modo irrimediabile un disegno a sanguigna (Fig. 3)

 

CONCLUDENDO

Disegnare con la sanguigna significa adattare in diversi modi uno stesso strumento, ammorbidendo il tratto dove necessario con le stesse tecniche già viste per il carboncino. La grande versatilità di questo materiale permette di ottenere opere estremamente complesse pur utilizzando dall’inizio alla fine un solo strumento e un solo colore.