DISEGNARE IN PLEIN AIR

DISEGNARE IN “PLEIN AIR”

Il “plein air” è un’attività artistica che si svolge all’aperto.

L’osservazione diretta della realtà, permette di cogliere particolari sfumature che la luce genera sui vari soggetti diversamente da quanto – infinitamente meno – è disponibile in una fotografia.

Necessità però di pratica in quanto bisogna essere consapevoli e preparati al fatto che la luce cambia velocemente e con essa le masse scure delle ombre. Bisogna essere in grado di cogliere la vera essenza delle cose, il momento presente, l’emozione suscitata e che si vuol trasmettere; quel particolare taglio di luce che cattura la nostra attenzione e genera forme insolite, visibili per un brevissimo lasso di tempo …

È quindi plausibile che disegnare o dipingere all’aperto richieda l’accettazione del non finito, l’abbozzo del nostro soggetto, l’idea da realizzare con veloci schizzi in grado di catturare quei particolari momenti che possono diventare fonte di ispirazione per futuri dipinti. O, perché no, creativi promemoria dei luoghi visitati.

Paesaggio realizzato a carboncino

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MATERIALE

Per quanto riguarda il materiale da portare con sé, questo dipende da cosa si pensa di realizzare.

Se si intende solo disegnare sono sufficienti:

  • un blocco schizzi con il dorso di cartone in modo da avere una superficie dura sulla quale potersi appoggiare. Altrimenti ci si deve organizzare con una tavoletta.

  • un paio di matite, una HB e una 4B e magari una matita carboncino per degli scuri più drammatici

  • una gomma e un temperino

  • poche matite colorate, 3 o 4, se si vuol abbozzare anche il colore.

Se invece si preferisce lavorare con l’acquerello:

  • blocchetto di carta da acquerello o fogli sfusi ricordando la tavoletta come piano d’appoggio

  • kit di base di acquerelli a “godet”

  • un paio di pennelli, uno sottile e uno più grosso per coprire velocemente ampie superfici

  • acqua e un paio di contenitori: uno per l’acqua pulita con cui dipingere e uno per sciacquare i pennelli

  • un piattino di plastica per stemperare i colori

  • straccio per asciugare

È inoltre consigliabile realizzare un mirino fissando con dello scotch carta due cartoncini tagliati a “L”  (Fig. 1) e fissati assieme (Fig. 2), in modo da formare un rettangolo centrale vuoto da usare come riferimento per la parte dell’insieme scelta.

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COSA RITRARRE?

Cosa ritrarre è una decisione importante e non sempre facile quando ci si trova davanti a spazi aperti, larghe distese verdi o movimentati paesaggi urbani! Ecco che il mirino diventa un utile strumento per inquadrare soltanto una parte di tutto l’insieme. Senza margini e poca esperienza, è molto facile sbagliare la composizione inserendo nello schizzo uno spazio troppo esteso, denso di particolari inutili per il nostro racconto.

Non dimentichiamo che l’importante è catturare l’atmosfera del luogo piuttosto che ogni piccolo dettaglio. Quindi ci si focalizza sul punto di interesse individuato, o l’area alla quale dedicare maggiore attenzione. Di un paesaggio, potrebbe essere un ruscello magari con un ponte che si riflette sull’acqua, un prato fiorito, un albero o un gruppo di alberi …

Schizzo realizzato con pochi colori complementari, a pastello

In un paesaggio urbano, potrebbe essere una porta, un edificio o anche solo una parte, una finestra fiorita, un portone, un portico … oppure un gruppo di persone, una sola persona…

Schizzo realizzato con pochi colori a pastello

Disegnare le persone non è facile qualora si cercasse di entrare nel dettaglio, per questo è molto più suggestivo cercare di catturare una postura o un movimento. Per farlo basta concentrarsi sulle forme essenziali come la testa, il busto, gli arti, cercando di rispettare le proporzioni.

Schizzo realizzato con 3/4 colori a pastello

Utile ricordare di usare la regola dei terzi per centrare in punto d’interesse e rendere più articolata la composizione. L’argomento è trattato all’articolo LA COMPOSIZIONE.

Una volta deciso e centrato il soggetto è possibile iniziare a impostare il disegno lavorando dapprima su macro aree tonali di luci e ombre.

Nel cercare di individuare le zone in ombra è importante non fare confusione con i colori. Quindi prestare molta attenzione ai colori scuri quando si trovano in luce. Il fatto di disegnare quello che sappiamo a dispetto di quello che vediamo è il tranello in cui è molto facile incappare specie alle prime armi e senza aiuti.

Quindi concentrarsi sui valori tonali e non sui colori è la regola di base per un lavoro ben riuscito. Importante cercare di mantenere solo tre o quattro toni: uno molto scuro per le ombre più scure, uno scuro per ombre meno forti, uno medio e uno chiaro che può essere anche il bianco della carta.

Miniature realizzate per la scelta compositiva

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Per attirare l’attenzione dello spettatore intorno al centro di interesse o al punto focale, è molto utile realizzare i cambiamenti tonali più forti, quindi ombre è luci ben evidenziate.

Se c’è l’intenzione di aggiungere i colori, una tavolozza ridotta aiuta a evitare di soffermarsi troppo sui cromatismi della scena. Per questo tre o quattro colori sono sufficienti.

Anche usare solo un colore per creare uno schizzo monocromatico è un utile esercizio per concentrarsi sui valori tonali e differenziare le diverse aree della scena.

Due schizzi monocromatici sul verde (atmosfera fredda) e sull’arancione (atmosfera calda)

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RACCONTARE UNA STORIA

È divertente  disegnare/dipingere all’aperto, in luoghi diversi, cercando di riportare quell’energia allo spettatore.

Imparare all’esterno, permette inoltre di vedere più nitidamente le relazioni tra valori tonali e facilita la lettura di eventuali riferimenti fotografici in studio.

Dovendo lavorare velocemente anche per via della luce del sole che varia con il passare del tempo, modificando forme e volumi, è utile imparare a cogliere il senso di una storia che quel particolare o quell’oggetto ci hanno trasmesso. Raccontare una storia da trasmettere allo spettatore aiuta a valorizzare il punto di interesse scelto.

Importante rendere l’idea che sta dietro al pezzo più che riempirlo di particolari che tendono a togliere freschezza e a renderlo sterile. Velocità, scioltezza, freschezza! Il lavoro dovrebbe rivelare il processo di pensiero dell’artista e consentire allo spettatore di essere in grado di partecipare alla visualizzazione.

Veloce schizzo realizzato con 3/4 colori a pastello

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Spesso ci si fa coinvolgere nel tentativo di ottenere un dipinto di successo. Qualcosa da mostrare e di cui essere orgogliosi! Concentrarsi sul prodotto invece che sul processo limita il divertimento, non permette di lasciarsi andare e di entrare in quel salutare flusso zen in cui perdersi dipingendo per puro godimento estatico.

È molto più utile sfruttare quei momenti per studiare i cambi di luce, per trovare quel movimento di segni che aiuta a spostare l’occhio dello spettatore e dirigerlo dove vogliamo, dentro il dipinto.

Dipingere equivale ad assorbire l’energia di un soggetto per metterla sulla tela in modo che lo spettatore la veda e ne possa godere.

In conclusione, l’argomento migliore è quello a cui ci si ispira, quello che si vuol condividere con gli altri. Non importa se si tratta di una catasta di legna, di una bella auto d’epoca o di un paesaggio montuoso. Qualsiasi cosa ci ispiri val la pena di essere realizzata divertendosi e senza ansia da prestazione.